Tempocomit N. 19 dell'ottobre/dicembre 1996

IEO: più ricerca, più conoscenza

Chernobyl era uno sconosciuto centro dell' Ucraina. Divenne noto in tutto  il mondo nell'aprile del 1986  con lo scoppio del disastro nucleare. Oggi, a distanza di dieci anni, dà il nome al "Progetto tiroide Chernobyl", il primo studio del nostro paese che si impegna a verificare, attraverso un programma strutturato di visite di controllo sui bambini nati nel 1985 e nel 1986, l'eventuale presenza di patologie della tiroide correlate all'incidente radioattivo.
Perché la tiroide e perché i controlli su bambini nati in Italia dieci ann  fa? I ricercatori medici impegnati nel progetto spiegano che le radiazioni ionizzanti sono la causa più conosciuta dei tumori della tiroide. Molto meno conosciute sono le conseguenze di una radiazione a maggiore distanza dall'esplosione, come si verificò in Italia quando le correnti aeree di alta quota spinsero la nube radioattiva sul nostro paese. Si conosce, però, che la "latenza" fra esposizione alle radiazioni e comparsa di patologia tiroidea è mediamente di 9/10 anni. Ecco perché il "Progetto Tiroide Chernobyl" ha scelto di applicare la ricerca aIla tiroide e ha iniziato quest'anno la verifica sui bambini che sono nati o erano lattanti nell'anno dell'incidente. Si è costituito un gruppo italiano che visiterà almeno 10 mila bambini a rischio a livello nazionale.
Il lancio del Progetto è merito dell'Istituto Europeo di Oncologia, in collaborazione con la Usl 39 di Milano. E' stato presentato al pubblico e alla stampa, insieme con gli altri programmi dell'lstituto, lo scorso giugno, a due anni dall'inaugurazione dell'Istituto voluto dal professor Veronesi e reso possibile dall'impegno finanziario di un gruppo di investitori
Lo IEO è un centro di "ricerca globale" senza scopo di lucro per lo studio e la cura delle malattie tumorali e delle situazioni cliniche che ad esse predispongono; l'equipe medica, composta da ricercatori provenienti da tutti i paesi, è impegnata soprattutto nella ricerca sperimentale e nell'elaborazione di nuove strategie terapeutiche.
"Più ricerca, più conoscenza", dicono allo IEO.
Ma perché la ricerca possa vivere ha bisogno di fondi.
Per aiutare la ricerca in questo settore cruciale della medicina la Banca Commerciale Italiana è tra i soci investitori dell'Istituto, insieme con le più importanti imprese bancarie, assicurative e industriali del nostro Paese (Mediobanca, Credito Italiano, Banca di Roma, Assicurazioni Generali, Ras, Fiat, Gemina, Italcementi, Montedison, Pirelli, per citarne alcune).
Le parole di Francesco Cingano, presidente dell'Istituto, riassumono lo spirito dell'impegno dei soci: ''L'Istituto Europeo di Oncologia è una testimonianza significativa di quanto le forze imprenditoriali possono realizzare nell'interesse della collettività. Non vi è mai stato tra i soci il minimo dubbio che I'iniziativa, pur mirando a una rigorosa gestione economica, dovesse avere carattere ''non-profit ".
Tale principio è esplicitamente riflesso nello Statuto della nostra Società, ove è previsto che l'eventuale utile sia obbligatoriamente reinvestito a favore delle attività di ricerca e delle esigenze di sviluppo dell'Istituto.

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