Tempocomit N. 32 del gennaio/marzo 2000

I grandi imperi peruviani

Quello di Tiahuanaco-Huari è sicuramente il primo regno dove la fusione tra sviluppate caratteristiche guerriere, amministrative e religiose ci induce a utilizzare anche per le popolazioni peruviane il termine di "impero". Ma come si venne a originare la prima di una serie di grandi potenze egemoni avvolte da un affascinante alone di mistero? Pare che i Tiahuanaco, celebri soprattutto per le statue monolitiche che non hanno davvero nulla da invidiare a quelle dell'isola di Pasqua, abitassero in origine la regione del lago Titicaca e raggiungessero il loro apogeo tra l’VIII e il XII secolo, periodo in cui si fusero con impero di Huari, che invece occupava tutto il centro del Perù.
Verso l'XI secolo, le aree costiere settentrionali videro però la diffusione di un altro grande e splendido impero, quello dei Chimu, la cui capitale, Chan Chàn, pare occupasse ben 24 chilometri quadrati e fosse la più estesa città del mondo. Mille anni fa tra le sue mura vivevano 50.000 abitanti, e nel corso dei secoli questa potente cultura diede vita a uno stato che avrebbe contrastato ferocemente un gruppo di barbari forse originari delle basse pianure dell’Amazzonia, gli Inca.
Ma da dove vengono davvero gli Inca? Non si sa con assoluta certezza, ma la parola "inca" stessa forse designava inizialmente una tribù e più tardi, per estensione, la classe dirigente di tutto un apparato statale.
Il fatto è che inca significa "capo” o “sovrano", in lingua quechua, quindi in realtà si dovrebbe parlare di impero dell'lnca Sulla loro origine esistono due versioni: la prima li vuole originari del lago Titicaca. da cui si sarebbero poi spinti verso nord scendendo le sorgenti del fiume Urubamba, mentre una seconda teoria li vorrebbe al contrario originari degli altipiani dell’Amazzonia, dai quali sarebbero poi risaliti, con un percorso sostanzialmente inverso, in direzione delle Ande, sempre seguendo il medesimo corso d’acqua.
Si sa invece per certo che fondarono la loro capitale, Cuzco (in lingua quechua "l'ombelico del mondo"!), verso il 1200. Nel momento della loro massima gloria, gli Inca dominavano un immenso territorio che copriva ampiamente il Perù, la Bolivia, l'Ecuador e buona parte dell'attuale Colombia: come si vede, un impero di vaste proporzioni. Al giorno d'oggi, le tracce di questa civiltà si trovano non solo nei musei e negli splendidi resti archeologici, ma anche nella vita quotidiana, visto che sono all’incirca 10 milioni gli Indios che parlano il quechua, la lingua che era già diffusa in epoca pre-incaica. Di questa antica civiltà sono rimaste testimonianze soprattutto in architettura: agli Inca si devono infatti le opere colossali realizzate in pietra da taglio, di dimensioni impressionanti e tanto perfette che tra un blocco e l'altro non passa in pratica nemmeno la lama di un coltello: ne sono splendidi esempi la fortezza di Sacsahuaman e le costruzioni sulle vette che dominano la valle di Urubamba come Machu Picchu e Pisac. Quella inca fu una civiltà sostanzialmente di breve durata, in quanto le testimonianze sulla sua esistenza sono limitate a meno di un secolo, dal 1458 al 1532, quando fu annientata dai conquistatori spagnoli.
Gli Inca derivarono la loro potenza soprattutto dalla capacità di assimilazione e unificazione delle civiltà preesistenti, basate su un'organizzazione sociale e geografica geniale, l’ayllù, un'unità sperimentata da oltre quindici secoli. Si trattava di un insieme di piccoli nuclei insediatisi a 3500 metri di altitudine, posizione ideale per la coltura della patata, tra loro collegati da una rete di scambi e di obblighi con alcune piccole colonie: più in alto si praticava sostanzialmente l'allevamento ovino, con una fiorente produzione laniera, nelle zone pianeggianti, dal clima più mite, si coltivavano ortaggi e frutta, sulla costa la produzione si basava su sale e pesce. Affinché una simile amministrazione fosse attuabile su tutto il territorio dell'Impero erano indispensabili mezzi di comunicazione adeguati: e allora ecco l'uso di una sola lingua (quechua) e l’espansione della rete stradale con un sistema di staffette. La perfetta organizzazione sociale e politica creata dall'impero inca fu distrutta, come sappiamo, dagli spagnoli guidati da Francisco Pizarro, che nel 1527 sbarcò sul litorale settentrionale del Perù. A causa di questa spedizione, il Paese fu colpito da una vasta epidemia di vaiolo, che provocò molti morti. Dopo svariati attacchi e battaglie, nel 1533 l'arrivo di rinforzi spagnoli permise a Pizarro di conquistare l'impero incaico dopo avere espugnato Cuzco e le altre grandi città.

 

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