REMINISCENZE COMIT FRA IL SERIO ED IL FACETO IN CHIAVE PRODUZIONE E SVILUPPO


di Arnaldo De Porti

Ad un collega sono state riportate alcune mie “performances” (si fa per dire)  che avrei operato nel corso della mia lunga professione in Comit, di cui almeno quindici anni passati come responsabile degli uffici produzione e sviluppo della provincia di Venezia.
A questo proposito mi è stato chiesto di rispolverare alcuni passaggi che hanno caratterizzato detto lavoro nel quale, lo dico senza alcuna reticenza, mi par di aver fatto bene come tanti colleghi dell’epoca potranno testimoniare.  Ma nel caso di specie, non voglio parlare di sviluppo in generale, inteso come inserimento fra le varie aziende della zona, ma di un contesto particolare che mi ha davvero appassionato in quanto metteva insieme rapporti di raccolta ma anche di impiego, e ciò in una percentuale che, molto verosimilmente, non sfigurava rispetto a tanti altri rapporti che, con scarsa raccolta, erano messi in essere da altri comparti per fare invece impiego, attraverso studi farraginosi su modd. 253, 276, 264 ecc.ecc.  realtà che ogni tanto faceva soffrire per via di qualche sofferenza se non  per incagli vari…
Ebbene, incominciando quasi per scherzo, così come si fa quando vieni attratto e spinto da qualche hobby, ho pensato allora, corrompendo qualche ufficio del personale o dei sindacati, di farmi consegnare l’elenco di chi lavorava in questa o quest’altra azienda, ottenuto il quale, con promessa di non dirlo a nessuno in quanto proibito, di contattarne gli appartenenti, non certamente uno per uno in quanto sarebbe stato un calvario. Ed allora ? Molto semplicemente, organizzavo incontri nelle loro sedi sindacali, offrendo servizi Comit, come accredito diretto dello stipendio, ma anche assicurando prestiti per acquisto auto, vacanze, restauro immobili e quant’altro, consapevole a priori che essendo la controparte a reddito fisso, era in grado di rimborsare con tranquillità.  Ricordo che firmavo anche 10-15 prestiti personali al giorno con impieghi,  sicuri del rimborso,  per qualche decina di milioni di lire al giorno…
Questa azione ha avuto un successo impressionante, tant’è che, vuoi per il contesto locale che annoverava decine e decine di migliaia di operai negli stabilimenti di Porto Marghera (Ve), vuoi anche per un certo modo di pormi rispetto alla controparte, ad un certo punto mi son trovato ad aprire  anche 3-400 conti correnti in un colpo solo (Vigili del Fuoco della Provincia di Venezia, circa 500), Officine Aeronovali di Tessera (Ve) circa 400, Telefoni-Sip e di Stato (non ricordo quanti) ecc.ecc.  Ed è proprio di questi ultimi rapporti che voglio parlare per i motivi, anche ilari, che dirò in appresso. 
Ah dimenticavo  di dire che tutti i rapporti di questo tipo venivano chiamati  “KIM”,  taluni con condizioni diverse  in relazione all’interesse della banca.
Va detto che, col tempo, questo genere di lavoro, ha prodotto un effetto domino al punto che, ricordo benissimo, un funzionario della Direzione Centrale,  di nome Luciano Gambardella, non faceva altro che citarmi in tutta Italia mentre teneva i corsi di sviluppo nelle varie filiali della nostra banca.  
Andrebbe anche aggiunto, in chiave ilare, che a Luciano Gambardella, allora vice-direttore addetto alla Direzione Centrale a disposizione (libro firme 1985), mentre teneva un corso sviluppo presso Sede Venezia, era stato chiesto dai colleghi se anche lo scrivente aveva seguito in passato i suoi corsi, ricevendone una risposta che non gli fece affatto piacere in quanto De Porti non aveva mai fatto alcun corso-sviluppo..., sollevando qualche sorrisino di divertita malizia fra gli allievi..
Ma non è finita in quanto, un ottimo direttore che voglio citare anche perché cordiale, simpatico e musicista come chi ora scrive,  Giorgio Nobis, un giorno, leggendo un mio rapportino, mod. 207 o 204 non ricordo, forse per esprimermi un plauso a seguito di alcuni rapporti di conto corrente  da me acquisiti durante il turno di notte dei “pompieri”, disegnò con rara abilità nel rapportino stesso una befana a cavallo di una scopa nel cui sacco apparivano i conti correnti… ho conservato per molto tempo questo schizzo fatto a regola d’arte, ma ora che mi servirebbe per pubblicarlo, non  lo trovo…
Ed infine, ma questo fatto ilare non me lo ricordo bene anche se mi è stato ricordato dal collega di cui ho fatto cenno all’inizio, pare che un giorno io abbia travasato alcuni kim  fra loro  in quanto più interessanti quanto a condizioni, e ciò ovviamente per fagocitare clienti.
Successe, e per questo fatto però conservo vagamente il ricordo,  mi hanno assegnato la paternità del nome di un “KIM”,  inventato  per i Telefoni di Stato, chiamandolo “kim Meucci”, allora più redditizio degli altri, tanto da far “cascare” la stessa Direzione Centrale che ne avrebbe autorizzato le condizioni. Ivi  compreso il Direttore della Filiale…  Ripeto però che ho ancora una visione nebulosa di questo fatto che pare invece sia ricordato bene dall’ex nostro Direttore Giorgio Nobis, al quale chiederei lumi, atteso che ne ha parlato lui ad altro collega.
Passando al serio… dal faceto, ricordo che le operazioni “kim” sviluppate nella provincia di Venezia, dal mio Ufficio Sviluppo  di cui ero responsabile, hanno fatto parte di una storia molto positiva della Banca Commerciale Italiana. Sia per raccolta che per impieghi sicuri al cento per cento (o quasi).
Mi scuso di questa auto-gratificazione.
Arnaldo De Porti

 

 

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